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La chiesa inzia ad essere costruita nel 314 dopo il periodo della gestione del "Titulus Lucinae", una insulae dell’omonima matrona cristiana. La basilica di San Lorenzo in Lucina fu fatta erigere da papa Sisto III tra il 432 e il 440 d.C., proprio sul luogo in cui morì il santo nel 258 d.C. durante le persecuzioni di Valeriano.
Venne sottoposta a numerosi restauri, nel XIII, nel XVII e nel XIX secolo.
La ristrutturazione seicentesca venne affidata a Cosimo Fanzago, quella del 1858 a Busiri Vici che apportò l’aggiunta di due cappelle ed eliminò le decorazioni barocche.
Dal 1606 è proprietà dei Chierici Regolari Minori di San Francesco Caracciolo.
All’esterno un portico architravato precede la facciata a capanna e sulla sinistra si erge il campanile romanico a cinque ordini.
L’interno, diviso in tre navate, accoglie opere di rilievo del Bernini ed il Crocifisso di Guido Reni databile tra il 1637 e il 1640, e conserva ancora le reliquie di san Lorenzo.
Attraverso una porta adiacente alla sagrestia si accede ai sotterranei della basilica che custodiscono resti archeologici di edifici romani databili al II e al III secolo, tra cui un’insula probabilmente destinata a uso civile, residenziale e commerciale.
In una delle abitazioni dell’insula si ritiene abbia vissuto una donna, Lucina, che fornì ospitalità alle prime comunità cristiane a Roma per le loro riunioni.
Allo stesso livello sotterraneo, durante le opere di scavo, è stato ritrovato un battistero del V secolo, demolito tra il 1441 e il 1451 per far posto alla Cappella di san Giovanni Battista, oggi Sala dei Canonici.
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